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Gaudium Domini Fortitudo Vestra
Card. Matteo Maria Zuppi
Nello scudo dello stemma ogni vescovo cerca di condensare la sua storia e la sua intuizione fondamentale per il ministero pastorale. 
In questo sono raffigurati il libro dei Vangeli, il simbolo del fiume e la croce costantiniana.
Il libro del Vangelo è aperto alla citazione di Giovanni 4,34–35 (una citazione piuttosto curiosa: «Levate oculos vestros ad messem». Gesù al pozzo di Giacobbe con la samaritana, raggiunto dai discepoli, dice loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura»; come a dire: voi facendo i vostri calcoli, guardando la natura capite che è arrivato il tempo dell’evangelizzazione; è arrivata l’ora di annunciare il Vangelo!
Il fiume è simbolo universale. Qui evoca il Tevere e Roma, la città di Matteo Zuppi. Ma il segno dell’acqua e del fiume percorre tutta la Sacra Scrittura da Genesi ad Apocalisse. È un richiamo alle “acque placide e serene”, alle quali Gesù, buon pastore, ci conduce secondo l’immagine del salmo 22. Ma potrebbe essere anche l’immagine del fiume d’acqua, cioè di grazia, che attraversa la città di Dio, la Gerusalemme del cielo.
La croce costantiniana segnata con le lettere greche Alfa e Omega è segno evocativo di Cristo crocifisso e risorto, “principio e fine” (il primo e l’ultimo) di tutte le cose. Questa croce campeggia in cima all’abside e sovrasta l’arco trionfale della Basilica di Santa Maria in Trastevere in Roma, dove il vescovo ha vissuto gran parte della sua formazione e del ministero sacerdotale da parroco. È circondata da sette candelabri, che rappresentano le sette chiese, cioè la pienezza della Chiesa di Dio, diffusa nel mondo nelle Chiese locali. Cristo è sempre presente in mezzo al suo popolo.
Sotto lo scudo è raffigurato il Pallio Metropolitano, che è una piccola stola di lana bianca con croci nere in segno di comunione con il Papa e con la Chiesa romana: l’Arcivescovo di Bologna lo porta in quanto Metropolita della Provincia ecclesiastica che comprende anche le Diocesi di Ferrara–Comacchio, Imola e Faenza–Modigliana.
Il cartiglio sottostante riporta il motto episcopale scelto da Mons. Zuppi: «Gaudium Domini fortitudo vestra», la stessa espressione che qualche volta si sente dire alla fine della messa (nella liturgia romana): “La gioia del Signore è la vostra forza”. Sono le parole di Neemia, nella Gerusalemme ancora in rovina, dopo le deportazioni e la schiavitù: finalmente il popolo ritrova il libro delle S.Scritture al quale non aveva potuto avere accesso per tanto tempo e finalmente la Parola del Signore viene proclamata con abbondanza e la gente si sente trafiggere il cuore.
Dice il profeta: «Questo giorno è consacrato al Signore nostro; non piangete e non fate lutto, perché la gioia del Signore è la vostra forza». (Ne 8,10). Davvero un bel programma per il cammino diocesano!
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